La sentenza della Corte di cassazione che si commenta conferma la condanna per omicidio colposo di un vicebrigadiere dei Carabinieri, responsabile della morte di un collega durante un addestramento “in bianco”. La Corte ribadisce che la violazione delle regole fondamentali di sicurezza delle armi — considerate non solo precetti tecnici ma norme cautelari — integra colpa per negligenza, imprudenza e imperizia. Viene riaffermata la responsabilità individuale dell’operatore che impugna un’arma, anche in contesto addestrativo, e la non rilevanza di concause o omissioni altrui nel valutare la prevedibilità e l’evitabilità dell’evento. Attenzione, quindi, alle regole generale del maneggio delle armi anche nelle esercitazioni della Polizia Locale, perché la responsabilità non è solo organizzativa, ma è soprattutto personale.